Lunghe e complesse sono le vicende storiche del movimento di Santa Chiara a Città di Castello. Diversi furono i monasteri femminili, alcuni di fondazione benedettina, che abbracciarono la Regola della Santa. Nel corso dei secoli essi vennero riunificati in un unico convento, quello di Santa Maria in Trastevere, ubicato secondo alcuni studiosi nei pressi di Casalsole, località posta nelle immediate vicinanze del centro tifernate. Il monastero si trovava quindi esposto a innumerevoli pericoli e per ben due volte venne incendiato. Nel 1411 le religiose furono pertanto trasferite entro le mura urbiche presso la chiesa di Santa Lucia e nel 1535, “allestiti i comodi necessarj”, entrarono nell’antico complesso di San Giacomo alla Scatorbia, sede delle Clarisse, note anche come Murate o Rimurate di Santa Chiara, fino al maggio 2005. La chiesa del monastero, dedicata un tempo a San Giacomo e fondata verso la fine dell’XI secolo, è stata modificata nelle forme attuali nel corso del Cinquecento, sebbene il prospetto principale su via XI Settembre mostri il carattere originario romanico-gotico. L’ingresso del convento, in via dei Lanari, presenta una rampa cinquecentesca ancora oggi ben conservata. Sul fondo, ai lati del portone principale in pietra serena, vi è sulla destra la ruota e, a sinistra, l’ex “porta del pane”. Il monastero ospita attualmente le Suore Francescane dell’Immacolata